Sabato 18 marzo h20,45

Club House, via Esperia 467 – ISPRA (VA)

Serata in compagnia di Alessandra Cappellotto, la prima italiana ad aver vinto un Campionato del mondo nel ciclismo su strada, che oggi con l’associazione Road to Equality si occupa di diritti umani, a cominciare dal diritto di andare in bicicletta.

Avremo modo di ascoltare storie di coraggio, sacrifici e soprattutto solidarietà. La bicicletta è il più rivoluzionario strumento per esprimere la propria libertà: perché è semplice, alla portata di tutti, ecologica. Eppure nel mondo, non sempre è così: pedalare in alcuni Paesi può essere un pericolo o quanto meno un privilegio. Soprattutto se sei donna: parleremo soprattutto di cicliste afghane in fuga dal terrore,  ma anche di ragazze iraniane in lotta per i propri diritti, giovani atlete nigeriane che grazie alla solidarietà hanno potuto partecipare alla Coppa del mondo su pista, cicliste ruandesi che chiedono supporto per poter svolgere la propria attività sportiva.

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Parte attiva di questo evento, accanto a noi, sarà anche la comunità dei lavoratori del Jrc, il centro Comunitario di ricerche di Ispra, con la loro Associazione Culturale e con l’associazione sportiva ciclistica che è riferimento dei lavoratori comunitari appassionati delle due ruote.

La serata, inserita in Pedalarcultura, si terrà alla Club House che è il centro di ricreativo del centro di ricerca.
La collaborazione, però, si è estesa anche all’Hotel Europa, alla Casa sul Monte e al ristorante pizzeria Setteduequattro (La stazione), strutture ricettive e ristori che daranno il proprio contributo gratuitamente.

L’evento, inoltre, è stato inserito nella promozione del Trofeo Binda, la gara World tour femminile in programma a Cittiglio, il giorno successivo (19 marzo): il nostro grazie va a Livio Iacovella e alla Cycling Sport promotion di Mario Minervino.

Con questa rete di solidarietà, è vietato rimanere indifferenti:

vi invitiamo a partecipare e, magari a far partecipare anche i giovani, gli atleti e le atlete delle società giovanili. Ne vale la pena.

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