Niente di nuovo. Alla Gran fondo Tre Valli Varesine ha vinto un dopato, ma anche alla Gran fondo di Roma ha vinto un altro dopato. Vado a presentare il mio libro di narrativa, a Varese, e mi ritrovo a rispondere a domande sul ciclismo dopato anziché parlare di storie e racconti. Ecco, una volta per tutte, anzi l’ultima: io faccio cultura ciclistica, che non ha nulla a che vedere con queste buffonate. Le gran fondo, secondo me, non hanno più senso di esistere, così come vengono proposte, ovvero come eventi pseudoagonistici che esaltano solo frustrazioni di cicloamatori che non sono mai stati campioni e si illudono di poterlo sembrare. Il ciclismo è una straordinaria opportunità per apprezzare e comprendere il senso della fatica e dell’impresa, per tutti: a patto che ognuno riconosca il proprio limite. La bicicletta è anche uno strumento per valorizzare un territorio, è un mezzo con il quale si raggiungono posti, da conoscere e apprezzare, ma con le gran fondo di oggi non c’è proprio alcun nesso: si vivono emozioni che non hanno nulla a che vedere con l’esasperazione di orde di pedalatori che non riescono a guardare oltre il proprio cerchione.

Non è un problema di controlli antidoping o di chissà quali crociate per lo sport pulito: è semplicemente una quesitone di cultura. Tanto più ora, in questa fase di sviluppo del ciclismo, in cui le tecnologie wireless e l’elettronica, di fatto, sta facilitando anche la diffusione del doping tecnologico. E se arrivi a metterti un motorino nella bici, allora il gioco è definitivamente finito: game over.

Lo scrivo consapevole di dare un’idea molto netta e precisa di quello che, per me, non è cultura ciclistica: alla Bottega del Romeo, i gran fondisti e i cicloamatori esaltati e degenerati non saranno mai clienti assidui. Per fortuna.

 

Per farsi un’idea ancora più completa sull’argomento, condivido l’opinione di Cyclinside.it: http://www.cyclinside.it/web/gli-amatori-le-granfondo-il-doping-e-il-senso-del-ridicolo/

Nel mondo delle granfondo, ci sono però anche esempi virtuosi. Qui, ne presento uno, sempre da Cyclinside.it: http://www.cyclinside.it/web/cicloamatori-lesempio-morale-della-granfondo-stelvio-santini/

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